Salve Adventurieri,
Venerdì 30/07/2021 io e Lorenzo, l’abbiamo fatto per la prima volta!
No, non è come sembra, anche se non c’è nulla di male, sto parlando delle nostre reciproche prime volte: Lorenzo era la prima volta che metteva le ruote in fuoristrada, per me è stata la prima volta da “istruttore” (tranquilli, ancora non sono abilitato ma oggi non avevamo a disposizione gli istruttori abilitati CSEN, tuttavia i miei 25 anni di cross alle spalle hanno permesso di dispensare buoni consigli).
Prima di partire, e per chi non o conoscesse, il brano scelto per accompagnare il racconto è, e non poteva essere diversamente, “ROCK N ROLL TRAIN” degli “AC/DC”.
Alle 9.30 appuntamento al distributore della Esso a Capranica, per abbeverare i cavalli ed arrivare subito dopo la stazione di Capranica e prendere il tracciato della vecchia ferrovia. Li ci fermiamo e dispenso i primi consigli a Lorenzo. Lui è un caro amico, i nostri figli hanno fatto un anno di asilo insieme, ci conosciamo da tanto tramite comuni amicizie. Ha però un solo "difetto": è un Harelysta da molto, moltissimo tempo, quindi bisogna togliere dal suo stile di guida un pò di “bitumico asfalto”. A suo vantaggio è il fatto che guida un bellissimo Yamaha Tenerè 660 dei primi anni ’90 maniacalmente restaurato dallo stesso Lorenzo totalmente ristrutturato da lui, gran bella moto e ottima per questo tipo di avventure.
Dato che l'uscita era stata decisa come propedeutica ad altre più impegnative e didattiche, mi sono limitato a dare quei piccoli consigli e a svelare quei trucchetti necessari per impegnare un sentiero abbandonato, con brecciolino molto fino riportato dalle piogge e anche poco compattato. Naturalmente, viste le esperienze Harleyste di Lorenzo è sulla posizione di guida che ci siamo dedicati maggiormente. Quindi posizione piuttosto centrale ma leggermete arretrata e mai pinzare o chiudere bruscamente il gas, altrimenti si finisce a terra! Traccia GPS inserita e via, ci addentriamo nel percorso dove ci sorprende una vegetazione troppo rigogliosa, infatti abbiamo un passaggio di circa 70 cm con rovi e rami piuttosto fastidiosi. Per fortuna in men che non si dica (in realtà qualche chilometro) la situazione migliora aprendo la strada a zone molto ampie e ben fatte, a passaggi molto stretti, ma transitabili con sufficiente baldanza fino a che, dietro una curva, la prima delle 3 gallerie. Li dentro il buio ed il fresco ci lasciano tirare un sospiro di sollievo, ma l’insidia è sempre in agguato: all’interno delle gallerie complici le percolazioni del terreno sovrastante, il fonso stradale è bagnato e scivoloso, ma lo superiamo senza difficoltà.
Dietro ogni curva, dopo ogni galleria, si apre un mondo nuovo. Paesaggi collinari molto belli, i noccioleti della Tuscia per ora la fanno ancora da padroni anche se ogni tanto troviamo campi adibiti a pascoli, campi di grano e pietraie. A Barbarano, 2 metri di asfalto per attraversare la strada e tornare nel sentiero, che tra una vecchia stazione, un muretto da aggirare (passaggi tecnici ma piuttosto semplici), qui la faccenda diventa molto divertente. Voragini, buche e dossi ci fanno divertire, a tratti dei piccoli salti naturali, ci tengono impegnati per un pò. Ad un certo punto non possiamo proprio proseguire, anche la traccia che ho effettua una deviazione, ma neanche 800 metri e siamo nuovamente con le ruote nella terra. Nei pressi di Civitella Cesi, pausa bevuta e didattica off road, argomento: la derapata. Spiego le basi a Lorenzo che, giustamente, non si fida, ed avendo gomme pesantemente più tassellate delle mie, fa piu difficoltà a far partire in derapata la moto. Ma Lorenzo è uno tosto, sono sicuro che già alla prossima uscita lascerà scivolare la moto in qualche derapone!!
Si riparte e, sorpresa!! All’interno di una galleria troviamo una decina di bovini a godersi anche loro un pò di refrigerio. Noi enduristi che notoriamente amiamo la natura, per evitare di spaventarli, girimo lechiavi su off e procediamo a spinta solo con i fari accesi. I bovini ci guardano con la loro solita aria strana, ma non ci calcolano più di tanto. Magari avranno pensato “ma guarda sti cretini, hanno le moto e le spingono a piedi” .
Arriviamo al Ponte di Ferro (notoriamemte sbarrato) che sormonta il fiume Mignone dove ci attende la seconda sorpresa di giornata. Un gruppo di ragazzi ed istruttori di “operazioni in corda” stavano facendo pratica calandosi con le corde lungo precipizi assurdi, o ponti come in questo caso, per aiutare le persone in difficoltà in zone decisamente poco raggiungibili. Fa un pò impressione vedere delle ragazze e dei ragazzi appesi ad una corda, su un ponte alto una quarantina di metri, e seguire i loro istruttori che dall’alto dispensano consigli. Ad ognuno la sua passione e complimenti per il coraggio.
Qualche foto e, ora viene il bello. La mia traccia finisce li, quindi ora si va ad istinto seguendo i sentieri. Intravediamoun sentiero che scende e costeggia il fiume Mignone, la voglia di guadarlo è tanta, soprattutto perchè il cruscotto segna ben 34°. Ci sono molti sentieri, anche con carracci profondi forse fatti da persone in jeep, sicuramente un pò estreme vista la profondità, quindi se ci sono venuti in macchina, allora possiamo farcela anche noi in moto! E così, difatti, è! Tra letti prosciugati di affluenti, e fitta vegetazione, ci troviamo di fronte ad un cancello che capiamo essere l'uscita che ci porterà verso la civiltà. Percorriamo, infatti, ancora 4 km di sentiero pietroso, anzi mooolto pietroso, che si inerpica in salita verso Monte Romano.
Anche qui, giusto un paio di consigli per affrontate le salite pietrose, ma Lorenzo ed il Tenerè non si fanno certo spaventare, pian piano saliamo, i panorami si fanno sempre piu mozzafiato e tutto d’un tratto le pietre finiscono e diventano brecciolino, che di lì a poco sarebbe diventato asfalto.
Tappa al Bar in piazza a Monte Romano, ma causa temperatura a 35° e Lorenzo che nel pomeriggio sarebbe partito in direzione Leonessa con tutta la famiglia, decidiamo di tornare via asfalto verso casa. Prima, però, non poteva mancare un bel panino della mia fraschetta preferita.
Fraschetta “a metà strada” si chiama, e capita infatti proprio a metà strada. Lorenzo deve tornare a Bracciano, siamo a Monte Romano, la fraschetta dove sta secondo voi? Sutri, proprio a metà strada!
Tempo di arrivare ed il buon Fabione, mio grande amico e titolare, che chiamo con feudatario affetto “messere Oste”, che mi ha subito riconosciuto, attende la mia famosa frase: “messere, donde est la mia cervogia!” , e difatti la prima cosa che prendiamo è l'immancabile birretta fresca. Come sempre, la taberna del buon Fabione è una garanzia. La carne con le olive accompagnata dal pane abruscato, ed un panino alla Fabione con cicoria ripassata, mozzarella, e alici, preparato magistralmente da Ilaria, fanno resuscitare i morti per quanto sono buoni!
Il pranzo segna la fine della giornata fuoristradistica, non si riesce a stare in giro con il caldo soffocante, Lorenzo ha un sorriso a 32 denti per aver sperimentato per la prima volta lo sterrato, e che sterrato!! L’ultimo pezzo devo dire che era anche piuttosto faticoso, ma lui ed il Tenerè lo hanno gestito alla grandissima. Io sono felice forse anche più di lui perchè Lorenzo mettendoo in pratica i miei consigli è riuscito a divertirsi, imparando qualche utile nozione della nobile arte dell’enduro!
Adventurieri,
ci vedamo al prossimo giro, che sicuramente sarà da Santa Severa sempre a Monte Romano passando per Tolfa. Chiaramente, tutta in Off!!
Link:
VIDEO DELLA GIORNATA: https://vimeo.com/582942414
FRASCHETTA “A META’ STRADA “ :
https://it-it.facebook.com/Sutrium
https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g1064663-d12851132-Reviews-A_meta_strada-Sutri_Province_of_Viterbo_Lazio.html