Borbona Enduro and AdvenTouring - Seconda edizione
Negli ultimi due anni, complice il lockdown e il mio impegno nell'Adventouring, sono stato lontano da quello che è il vero enduro, cioè quella pratica fuoristradistica che ti fa procedere lungo sentieri e mulattiere dove cercare di oltrepassare gli ostacoli naturali diventa una sfida con se stessi e con i compagni di avventura.
Stante il fatto che per la seconda edizione del BEAT non si avevano ospiti con bicilindriche, quindi llibero dal mio impegno di guida per quel tipo di fuoristrada, mi sono unito con piacere al gruppo enduro. Gruppo che aveva tra i presenti alcuni agguerriti piloti del gruppo di Monterotondo Enduro, per i quali enduro è sinonimo di sudore, fatica e percorsi ostici.
Si parte dal solito punto di incontro di Borbona (RI) non troppo presto, quando la temperatura inizia già ad alzarsi, ma siamo alle pendici di alcune montagne che portano una piacevole brezza che ci fa ben sperare per il prosieguo della giornata. Ci raggiunge Peppe, la nostra giovane guida locale, mentre l'ospite d'onore è Fabio, uno dei nostri allievi della prima ora che non ha resistito per avere il suo battesimo sul campo. Nonostante ancora senza moto poichè ancora non consegnata, potevamo lasciralo a piedi e con il desiderio non concretizzato? Mapoffroad non poteva perdonarselo, quindi gli ha messo a disposizione una moto del proprio parco mezzi.
Si inizia tranquillamente tanto per riscaldare motori e sciogliere i muscoli, poi subito dei tagli di strada attraverso monotrack in salita che collegano, tra loro, tratti di asfalto a diversi livelli. Saliamo tutti con apparente disinvolture e in poco tempo ci troviamo già in altura. Subito si apre alla vista un panorama stupendo, la valle sottostante fa da sfondo alle cime delle montagne che ormai ci corcondano a 360°. Il verde la fa da protagonista, nonostante l'ultima pioggia sia ormai solo un ricordo, insieme ad una piacevole brezza che fa sempre piacere avere a favore.
Si continua a salire attraverso imbuti di strade ombrose cercando di unire le varie fontane che si trovano sparse lungo le montagne borbonesi, per poterci rifornire di liquidi e per una salutare rinfrescata. Più si sale più la nostra guida Peppe alza l'asticella della difficoltà portandoci su pendenze più imortanti, scaloni di roccia, sassi di tutti i tipi e le fattezze. Ciò fa sentire a proprio agio i nostri amici di Monterotondo, mentre io inizio ad esserlo un pò meno, però arrampico lo stesso grazie all'esperienza che non manca.
Arriviamo in un bosco di alberi di alto fusto, la traccia a terra pian piano scompare e, causa la fermata di uno del gruppo di coda, io ed altri rimaniamo indietro ormai persi all'interno di quel bosco. Restiamo in attesa che qualcuno ci venga a recuperare, mentre uno dei dispersi approfitta della pausa per riprendere le forze che aveva perduto per riportare la moto insieme alle altre. Ci viene a riprendere Peppe, la nostra guida locale, che in poco tempo ci fa ricongiungere col gruppo che, alla fine, non era neanche troppo lontano. La vegetazione, le foglie e lo scarso passaggio di animali e veicoli avevano ormai coperto la traccia esistente, quindi ci mettiamo un poco a trovare di nuovo la strada giusta che ci guiderà fino ad un fontanile da dove sgorgava acqua freschissima. Rimessi in sella raggiungiamo il punto del ristoro dove era già arrivato il catering con vari tipi di pizza, alette di pollo alla griglia, supplì, birra. Ci mettiamo comodi e dopo aver pranzato, qualcuno ne approfitta per un sonnellino ristoratore, gli altri invece si intrattengono in discussioni a base motociclistica, naturalmente.
A Peppe si aggiunge Daniele, altra giovane guida locale che ci ha già fatto scoprire le bellezze enduristiche del loro territorio. I due decidono quale sarebbe stato l'impegno del dopo pranzo e propongono di portarci lungo un sentiero che sapevano essere stato tracciato, ma che non avevano mai provato prima. Sarà stato che eravamo sulla digestione, che qualcuno ancora era sotto l'effetto della "pennica", fatto sta che accettiamo. Subito una pietraia infame ci si para davanti, ma quella non era che l'antipasto di quello che ci avrebbe atteso in seguito. Dopo aver raggiunto la cima di una delle montagne che circondano Borbona, si inizia la discesa all'interno di un bosco dove si scorge appena una traccia segnalata da picchetti e nastro bicolore. Discese ripide, strapiombi di decine di metri, tornanti stretti e insidiosi che abbiamo superato per la maggior parte a mano, giù dalla moto. Quasi tutti siamo scesi con motore spento e marcia inserita per aumentare la forza di arresto senza sforzare oltremodo i freni. Non so quanto ci abbiamo messo per arrivare a valle, ma mi è sembrata un'eternità.
Finalmente arriviamo alla fine del sentiero e ripreso un breve tratto asfaltato eccoci di nuovo alla base della partenza. Ci cambiamo e carichiamo le moto, poi tutti al solito bar per qualcosa di rinfrescante e per i saluti, non dopo aver fatto i complimenti a Fabio per averci seguito in tutto e dappertutto, nonostante fosse stata la sua prima uscita fuori dal campo di addestramento. Veramente un bravo endurista che ha messo in pratica le nozioni di base apprese nel nostro corso di avviamento al fuoristrada. Non accusateci di falsa modestia se ci sentiamo orgogliosi del nostro impegno e di quello del novello pilota enduro, al quale auguriamo altre cento, mille giornate così.